Insegnare il Richiamo

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    Chiunque possiede un cane vorrebbe che rispondesse perfettamente al richiamo, che non si distraesse a causa della situazione e che fosse pronto ad arrivare di corsa non appena sente la voce del suo padrone; purtroppo spesso le cose non vanno così, e nella realtà molti cani non vengono mai lasciati liberi perché non rispondono quando vengono richiamati.
    Il controllo del cane è indispensabile per poter affrontare tutte le situazioni, prevedibili od imprevedibili, che possono verificarsi durante la vita quotidiana.
    Per controllo totale si intende riuscire ad interrompere tutte le azioni che il cane sta svolgendo in ogni momento, ed avere la sua attenzione per eseguire il comando che subito dopo verrà impartito. Questa condizione è ottenuta molto raramente dai padroni dei cani ed è per questa ragione che spesso sorgono problemi comportamentali difficilmente risolvibili. Un controllo è tanto più efficace, quanto più profondi sono la fiducia ed il rispetto che il cane ha nei confronti del suo padrone. La fiducia ed il rispetto non ci sono dovuti, si devono conquistare sul campo, sono condizioni che nascono e si fissano durante la vita quotidiana con la coerenza comportamentale e la semplicità del linguaggio.


    Un buon risultato in questo ambito si può ottenere solo a patto che siano soddisfatte le seguenti condizioni:

    La relazione cane/conduttore deve essere corretta e funzionale per entrambi.
    Il cane deve essere ben socializzato sia con la specie umana che con i suoi simili.
    Occorre che sia stata effettuata, nella fase sensibile di crescita, una completa esposizione a luoghi, situazioni, rumori ed odori il più possibile diversi, affinché il cane sia abituato a qualsiasi tipo di disturbo ambientale.
    L’insegnamento pratico del richiamo va effettuato mediante tecniche educative che mantengono alta, nel tempo, la motivazione del cane a ritornare dal proprio conduttore.
    Dato che il cane apprende facilmente per associazione, cercheremo di fargli associare il richiamo a qualcosa di estremamente piacevole.
    Inizialmente porteremo il nostro amico in un ambiente conosciuto e non troppo ricco di stimoli, evitando luoghi frequentati quotidianamente, come il proprio giardino, ecc..
    Per qualche minuto lascialo tranquillo e libero di soddisfare la propria curiosità, quando il cane è impegnato in una azione qualsiasi in cui non ti vede coinvolto, chiamalo per nome con voce invitante, invoglialo a venire da te, puoi usare una parola come "vieni" o altra in tono invitante e non tralasciamo i segnali corporei.
    Appena il cane arriva, pronunciamo un "Bravo!" o qualsiasi altro segnale verbale analogo che ci viene spontaneo, e successivamente gratifichiamolo generosamente.

    Tre sono i generi di gratificazione che possiamo elargire al nostro cane: cibo, gioco e contatto fisico. Anche se generalmente il cibo occupa il primo posto, non importa quale gratificazione preferisca, l’importante è avere a disposizione quella che il nostro amico considera la più desiderabile.

    E’ fondamentale non adescare il cane; non chiamatelo facendogli vedere il premio, così eviterete pericolose dipendenze.


    Siccome la motivazione e l’interesse verso di noi devono rimanere sempre a livelli molto alti, variamo frequentemente il tipo di gratificazione, pur rimanendo fra quelle più gradite. In tal modo faremo in modo di non diventare mai prevedibili per il nostro cane. In altre parole: se impiego sempre come gratificazione il suo cibo preferito, inevitabilmente col tempo la motivazione sarà destinata a diminuire, e contemporaneamente il cane saprà cosa aspettarsi da me, quindi in una situazione molto interessante, come quella ad esempio in cui sono presenti altri cani, potrebbe scegliere di ignorare del tutto il mio richiamo. Al contrario, imporre variabilità ai premi, è un fattore che contribuisce a mantenere la curiosità e la motivazione del cane nei confronti del proprietario sempre molto alta nel tempo.


    Fonte DogSitter
     
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