L’INTELLIGENZA DEL CANE

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Bullox
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    L’INTELLIGENZA DEL CANE

    PARTE PRIMA:
    Il kit degli strumenti mentali.
    parte seconda: La mente, le razze - parte terza: Intelligenza e addestramento


    Devo confessarvi che da qualche tempo nutro seri dubbi sull’intelligenza dei cani. Colpa del lavoro che faccio: sono istruttore cinofilo, conduttore, educatore. Insomma, lavoro con i cani.
    E colpa dei libri che leggo e dei personaggi che ogni tanto mi trovo a frequentare.

    Al recente simposio internazionale sul cane in Germania, il professor Raymond Coppinger ha tenuto una conferenza sulle capacità cognitive del cane. Risultato: ha moralmente annientato ogni nostra aspettativa sull’intelligenza del cane.

    Questo articolo è il risultato delle mie ricerche su cos’è l’intelligenza del cane, attraverso gli articoli e i libri scritti da diversi studiosi. L’argomento non è semplice, e anche se ho provato a rendere il tutto abbastanza comprensibile, richiede un po‘ di pazienza per ragionarci su. E’ anche piuttosto lungo, così l’ho diviso in tre parti. In appendice ho incluso la bibliografia, per dare più peso a ciò che state per leggere.

    L’INTELLIGENZA secondo Coren
    Coren nel famoso libro parla di intelligenza adattativa, intelligenza ubbiditiva e intelligenza istintiva.
    La prima indica l’abilità del cane di modificare il proprio comportamento per adattarsi all’ambiente in cui vive. Comprende la capacità di scegliere le azioni, i processi di apprendimento e di memoria, l’uso della memoria e la capacità di trasferire le informazioni acquisite in nuove situazioni. L’intelligenza ubbiditiva è la capacità del cane di "intendere il significato di un particolare comando rispondendo appropriatamente". L’intelligenza istintiva sono le "capacità geneticamente determinate e le predisposizioni comportamentali" delle diverse razze (es. riportare, nuotare, seguire una traccia olfattiva).

    Per la maggior parte delle persone “intelligenza” significa che il cane:
    - impara velocemente
    - capisce anche se non è addestrato
    - obbedisce per farci piacere

    INTELLIGENZA: le definizioni scientifiche
    Visalberghi. “Alla base dell’intelligenza ci sono la capacità di rispondere adeguatamene ai problemi posti dal mondo fisico e dal mondo sociale, di ricordare e trarre beneficio dalle proprie esperienze, e soprattutto la capacità di cambiare in modo flessibile il proprio comportamento al mutare delle circostanze“.
    Jerison. “Il modo in cui un individuo conosce il mondo e usa tale conoscenza quando si adatta al cambiamento in una situazione”.
    Sternberg. Nel valutare l’intelligenza umana le abilità che solitamente sono considerate come dimensioni fondamentali sono:
    - la velocità di apprendimento
    - il recupero di informazioni dalla memoria a lungo termine
    - le capacità decisionali
    - la soluzione di problemi
    - la comunicazione in forma simbolica
    - il contare
    - l’abilità nelle relazioni spaziali
    - lo sviluppo di concetti
    - l’apprendimento di regole
    - l’uso di strumenti

    L’INTELLIGENZA: secondo Coppinger
    Ho scritto di Coppinger. E’ un etologo americano, che studia l’evoluzione e il comportamento del cane da più di vent’anni. Negli ultimi 4 anni si è dedicato allo studio delle capacità cognitive del cane. La cognizione, definita in modo ampio, include la percezione, l’apprendimento, la memoria e il prendere decisioni, in breve tutte le vie con le quali gli animali acquisiscono informazioni sul mondo attraverso i sensi, le memorizzano e come decidono di agire in base ad esse. (Shettleworth).
    Coppinger ha diviso le capacità mentali del cane in due fattori:
    - la cassetta degli attrezzi mentali
    - la mente



    LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI MENTALI

    Comprende le abilità mentali di un animale, a lato del titolo trovate la valutazione di Coppinger.

    La conoscenza degli oggetti - abbastanza buona
    Coppinger. Se vediamo una lampada che si muove sul tavolo, cerchiamo di capire cosa la sta facendo spostare. Sappiamo che una lampada non si muove da sola. Sappiamo che non può succedere perché abbiamo la conoscenza degli oggetti. Un cane non si aspetta che una statua gli lanci un bastone, perché ha una buona conoscenza degli oggetti.
    Questa capacità però deriva probabilmente più dall’apprendimento che dalla conoscenza.
    L’etologo Frans de Waals fa questo esempio, scrivendo di empatia cognitiva (l’esempio è piuttosto terribile): “Immaginiamo che un amico abbia perso le braccia in un incidente. Nel momento in cui lo vediamo o veniamo a conoscenza dell’incidente, afferriamo subito la riduzione della capacità fisica che egli ha sofferto. Il cane al contrario avrà bisogno di tempo per capire che è inutile portargli un bastone per giocare. I cani sono abbastanza intelligenti, ma il loro adattamento è basato più sull’apprendimento che sulla comprensione. Il risultato è simile, ma nell’uomo si basa sulla comprensione, nel secondo caso si basa sulla familiarità con il comportamento. L’adattamento appreso dal cane è un processo più lento dell’empatia cognitiva”. (L’empatia cognitiva è la capacità di comprendere gli stati emotivi e le esperienze degli altri).

    Permanenza degli oggetti - buona
    Coppinger. E’ la capacità di rappresentare un oggetto a livello mentale: l’immagine di un oggetto quando non c’è. Se chiedete al cane dov’è la pallina, il cane la va a cercare. Ha una rappresentazione mentale della pallina.
    I miei cani ricordavano a distanza di un mese su quale albero si era rifugiato un gatto. Quando provo a dire “cerca palla” però non ottengo grandi risultati. Cani che cercano bene la pallina non a vista in genere hanno ricevuto uno specifico addestramento, anche se non intenzionale. I retriever, specialisti del riporto, vengono addestrati a lungo a cercare oggetti non a vista (i cosiddetti blind). La difficoltà nel cercare un oggetto nascosto però non esclude che il cane durante la ricerca abbia una immagine mentale di ciò che sta cercando. Alcuni centri di protezione civile danno ai cani come immagine di ricerca “persona sdraiata”. Mi sono sempre chiesta che fine fanno i dispersi che i cani trovano in piedi...

    Senso del tempo - dubbio
    Coppinger. E’ l’abilità di ricordare prima e dopo l’adesso. E’ differente dai ritmi biologici. Un cane può svegliarsi tutte le mattine alle sette, ma questo non implica senso del tempo. No si sa se il cane ne sia in grado, probabilmente no.
    Anche se non hanno il senso del prima e del dopo, hanno una buona capacità di misurare il tempo (anche noi ce l’abbiamo quando ci abituiamo a non portare l’orologio!). Se insegnate al cane a cercare una persona nascosta, e a trovarla in circa 3 minuti, superato questo tempo andrà in stress. Se insegnate a un cane a rimanere seduto per 1 minuto, passato questo tenderà a fare altro. Se si mette a mugolare alle 6, e voi andate da lui, il giorno dopo vi sveglierà di nuovo alle 6. E così via. Questo è ritmo biologico.

    Costruire mappe - pessima
    Coppinger. Secondo Coppinger il cane medio non trova la strada di casa dalla porta della casa del vicino.
    In realtà i cani hanno una percezione spaziale piuttosto buona. Imparano facilmente a fare riferimento a oggetti nello spazio, e imparano delle distanze. Quando insegnate a un cane un esercizio, dovete sempre fare attenzione a controllare la sua capacità di fare riferimento a oggetti e distanze. Voi pensate di avergli insegnato ad andare dritto, il cane in realtà ha imparato ad andare in direzione di un palo. Voi pensate di avergli insegnato a cercare un oggetto a distanza, il cane ha imparato a fare 10 metri e quindi mettere il naso a terra. Questo non significa però essere capace di costruire mappe mentali. Una mappa mentale è una rappresentazione immaginaria del territorio. I cani fanno piuttosto affidamento a stimoli reali, come odori, oggetti.

    Contare/cardinalità - probabilmente no
    Coppinger. Contare non significa solo saper riconoscere diverse quantità: secondo Coppinger i cani sanno contare fino a quattro, ma non sanno che 4 è la risposta corretta.
    Quando facevo Mondioring, ho visto cani abituati alle canoniche tre fughe durante la scorta rimanere impassibili se il figurante scappava una quarta volta. In pratica il figurante cammina e il cane gli rimane vicino, pronto ad acchiapparlo se prova a scappare (il conduttore è tre metri più indietro). Alcuni cani imparavano che il figurante scappava tre volte, e poi l’esercizio era finito (il cane doveva rimanere in vigilanza e quindi tornare dal conduttore). I cani contavano quindi fino a tre. Se però provate a dire a un cane “portami tre palline” o “Quante sono queste palline?” il cane non è in grado di dare la risposta giusta. Al momento, comunque, non ci sono studi specifici.

    L’uso di strumenti - inesistente
    L’uso di strumenti non è mai stato dimostrato nel cane. Se appendete una bistecca al soffitto, e lasciate nella stanza una cassa, il cane non è in grado di spostare la cassa, salirci sopra e prendersi la bistecca. La mia Kelpie però usa me per recuperare le palline sotto i mobili: si pianta davanti al divano, fissa divano e me alternativamente, quindi abbaia, quindi io mi alzo e recupero quella dannata pallina.



    LA MENTE - secondo Coppinger
    Coppinger definisce intelligente un comportamento che è cosciente, referenziale e intenzionale. Pensate al cane che si inchina per invitare al gioco un nuovo amico.

    Cosciente
    Per coscienza di sé si intende la consapevolezza del proprio aspetto fisico, dei propri atti e dei propri stati mentali ed emotivi. Tanto per fare un confronto, nel secondo anno di vita il bambino non solo arriva a una conoscenza di come è fatto fisicamente, ma inizia anche a prendere coscienza del proprio stato emotivo e psicologico. Allo stato attuale è dubbio che un cane abbia le capacità cognitive di un bambino di due anni.

    Referenziale
    Referenziale indica che il comportamento del cane fa specifico riferimento a un individuo, una situazione o un oggetto. Implica che il comportamento è contestualmente predittivo (osservando il comportamento posso capire cosa succede): es. il cane si inchina perché vuole dire “giochiamo”. Un cane però può inchinarsi anche davanti a un oggetto o a un animale di un’altra specie, al di fuori di un contesto di gioco. Se il comportamento non è referenziale, sarà specifico (tipico della specie), stereotipato (sempre uguale), non cambierà con l’età. Tutto questo è applicabile all’inchino da gioco.

    Intenzionale
    Uno studioso ha definito una scala di intenzionalità (Dennett’s Intentional System Theory)
    0 ordine Spot si inchina per riflesso all’altro cane
    1 ordine Spot si inchina perché vuole giocare con l’altro cane
    2 ordine Spot si inchina perché vuole che l’altro cane voglia giocare
    3 ordine Spot si inchina perché vuole che l’altro cane capisca che lui vuole giocare

    Se il comportamento di inchinarsi è “intelligente”, il cane può usarlo anche al di fuori del contesto originario, ad esempio per ingannare. Coppinger ha mostrato una diapositiva di un lupo che si inchina di fronte a un bisonte. Il lupo sta ingannando il bisonte? Gli sta dicendo “voglio giocare” quando invece vuole attaccarlo? Vuole che il bisonte pensi che lui vuole giocare?
    L’inchino di gioco è una combinazione di sequenze motorie innate, può indicare un conflitto motivazionale. L’inchino da gioco può essere un segnale di conflitto causato da indecisione, può essere una combinazione di due impulsi: puntare e fuggire. L’inchino da gioco non richiede quindi come spiegazione l’intelligenza. Può non essere cosciente, referenziale e intenzionale. Lo stesso ragionamento può essere applicato a gran parte dei comportamenti del cane.



    BIBLIOGRAFIA
    Stephen Budiansky “Il carattere del gatto”
    Stephen Budiansky “The truth about dogs”
    Burch & Bailey “How dogs learn”
    Jonathan J. Cooper et al. “Clever hounds: social cognition in the domestic dog”
    Raymond Coppinger “Dog cognition” (conferenza e comunicazione personale)
    Raymond e Lorna Coppinger “Dogs: a startling new understanding of canine origin, behavior & evolution”
    Stanley Coren “L’intelligenza dei cani”
    Brian Hare et al. “The domestication of cognition in dogs”
    William Hodos “Comparative neuroanatomy and the evolution of intelligence”
    Eniko Kubinyi “Individual differences in comprehension of the human pointing gesture in young socialized wolves and dogs”
    Steven R. Lindsay “Applied dog behavior and training”
    James Serpell “In the company of animals”
    Sara J. Shettleworth “Animal cognition and animal behaviour”
    Elisabetta Visalberghi “Consapevolezza e coscienza”


    Parte prima: Il kit degli strumenti mentali
    parte seconda: La mente, le razze
    parte terza: Intelligenza e addestramento
     
    Top
    .
0 replies since 8/3/2013, 17:08   41 views
  Share  
.
Top
Vai su